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2002 – ORIZZONTI RELATIVI catalogo mostra – Galleria Binz & Kraemer – Colonia

Lo sguardo originale di Francesca Tulli coglie lo spazio in modo perturbante. I dettagli dei quadri ed i forti contrasti di luce e ombra sono come osservati dalla macchina da presa ed il quadro nel suo insieme si compone in modo estraniante, come costruito da un regista. La visione degli spazi interni nelle stanze confortevoli e ben arredate si affaccia su paesaggi in lontananza. La simultaneità di queste visioni eterogenee e dalle prospettive estremamente improbabili instaura nello spettatore un senso di sublime sgomento. Come chi ha le vertigini e guarda verso il basso da un luogo alto, ci si sente storditi come da un capogiro ed il senso dell’equilibrio non funziona più, tutto sfugge da tutte le parti e l’ordine si perde.
Solo al primo sguardo i dipinti rimandano alla vita quotidiana, poi, all’improvviso, nasce uno stato d’ansia. Le simbiosi pittoriche della Tulli ricordano nel loro effetto la drammaturgia dei thriller. Hitchcock mette magistralmente in scena sei suoi film il susseguirsi delle immagini, ed il taglio e la posizione della macchina da presa servono ad accrescere l’incertezza (suspense). Hitchcock, come i surrealisti, è influenzato dalla poesia di Lautréamont: “bello come l’incontro di una macchina da cucire con un ombrello su un tavolo anatomico”.

I quadri della Tulli non mettono in mostra i sentimenti ma li producono.
Alla fine lo spettatore può arrivare a perdersi nei pensieri. I quadri conservano i propri enigmi attraverso le esasperazioni che provocano.
Edward Hopper, nel suo quadro “From my window”, 1915 – 1918, mostra come lo sguardo attraverso la sua finestra fosse limitato dalla casa di fronte, molto vicina. Il quadro o documenta una situazione tipica della vita in una grande città. Le finestre sono l’elemento di separazione e di collegamento tra l’interno e l’esterno, del noto e dell’ignoto, e rappresentano molteplici e vari motivi ei quadri di Hopper nelle vedute dalla finestra negli sguardi dentro le finestre. Egli afferma: “È difficile dipingere allo stesso tempo l’esterno e l’interno”.
Francesca Tulli rispecchia nei suoi quadri aspetti de lla vita moderna attraverso una combinazione di dettagli che regnano sovrani. I suoi quadri sono inoltre caratterizzati da un cromatismo particolare di tonalità soffuse e monocromatiche. Allo stesso tempo allude all’atmosfera e alla misteriosa aura di certe fotografie in bianco e nero, ma anche ai momenti del crepuscolo in cui scompare la molteplicità dei colori. La realtà viene in tal modo allontanata o irrigidita. Si vede la luce delle insegne pubblicitarie che dà magia alle cose. La Tulli inserisce nella scena anche zone con diverse intensità di luce, aumentandone quindi i contrasti.

Viaggiare significa arrivare in un altro luogo. I panorami sorprendenti dei quadri mi fanno tornare alla memoria un giorno a Stoccolma, quando mi trovavo in una stanza d’albergo all’ottavo piano e vidi dei lastroni di ghiaccio in una darsena. Questa immagine era così inaspettata, e perciò così forte, che mi venne da pensare subito ai cocci di uno specchio rotto che giaceva ai miei piedi. Chiusi le tende ed i miei pensieri si abbandonarono ad altri viaggi. La mostra della Tulli si completa con le figure in bronzo ed i disegni a tecnica mista, che rimandano alla danza e all’acrobatica, le cui pratiche si confrontano con lo spazio ed il movimento, ponendo l’usuale fuori portata.
Queste figure, soggette alla forza di gravità in modo del tutto insolito, osservano il mondo circostante da punti di vista inconsueti, da posizioni anomale. Come nei dipinti, i riferimenti orizzontale e verticale si spostano e si perdono. Nulla è più al suo posto.

Claus Bach

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